02 12 2018

Con la PASMO vai dappertutto. Si può comprare e ricaricare agli sportelli automatici di qualsiasi stazione e ti permette di spostarti usando praticamente qualsiasi mezzo, puoi anche farci gli acquisti in certi tipi di negozi. Una volta che ne hai una, non ti ferma più nessuno. Così, abbiamo intrapreso il nostro primo viaggio nella capitale giapponese affrontando il ginepraio di linee metro che ricopre (per così dire, visto che in realtà sta sotto e non sopra) l’intera area urbana.

A Odaiba si concentrano i centri commerciali e tecnologici di Tokyo. Pensavamo di fare un tuffo nel futuro e di ritrovarci a bocca aperta davanti alle ultime frontiere della tecnologia visitando il Panasonic center e il Fuji tv building, invece niente di tutto ciò, il massimo del gusto è stato il centro commerciale a Palette town in cui tutti gli ambienti ricordano le città italiane, cielo dipinto compreso. Errore da dilettanti direte voi, ci consoliamo mangiando degli onigiri on the road e pensando che la prossima volta, se mai torneremo qui, sarà per fare qualche esperienza di realtà virtuale.  

Per completare il giro, andiamo a vedere la statua della libertà (mm.. aspetta.. ma dove siamo?) e  pranziamo al Ramen Kokugikan, dove (dicono) i sei migliori cuochi di noodles ramen del Giappone si sfidano proponendo ognuno la sua ricetta in sei invitantissimi micro ristorantini tutti affacciati sulla stessa hall. Si ordina tramite una macchinetta con le fotografie dei piatti, ci si mette in fila (che, come tutte le file in Giappone, scorre abbastanza fluidamente) e appena qualcuno finisce è il vostro turno. Scordatevi le posate e mangiate velocemente, ricordando di fare il risucchio per mostrare il vostro gradimento.

OK, panza piena, è tempo di rifarsi: direzione Tokyo Tower e Zojo-ji. Rimaniamo veramente impressionati dal contrasto di questi due simboli della città: nel tempio ci sono persone che stanno pregando e il silenzio è spezzato solo dai ritmici colpi di tamburo (?) utilizzati nel rituale. Fuori, il parco con i roseti ancora in fiore fa da schermo ai rumori frastornanti della città. Solo le luci gialle e rosse della torre della televisione ci ricordano che siamo al centro del mondo.

Per chiudere in bellezza la prima giornata, decidiamo di attraversare l’incrocio di Shibuya. Sì, l’Incrocio per eccellenza. Una volta, due, tre, poi siamo storni. Ci perdiamo un po’ fra le insegne luminose del quartiere, vediamo il famoso murales di Taro Okamoto sull’esplosione atomica a Hiroshima (Il mito del domani), salutiamo Hachiko e torniamo a casa, cotti ma pronti per iniziare la prima vera settimana.

 

Se vuoi seguire le nostre avventure, aggiungiti all’album di google foto tramite il seguente link:

Sara e Lorenzo in Giappone

 

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