18 12 2018
Sara Pisoni il 12/18/2018
Vediamo, dove eravamo rimasti.. ah sì, il ritorno di Lorenzo dal J-parc e il weekend. La scorsa settimana è stata piuttosto intensa, quindi abbiamo optato per un fine settimana di relax. Sabato siamo stati a Kawagoe, una cittadina non molto distante da Wako anzi, a dirla tutta si raggiunge in molto meno tempo rispetto alla maggior parte dei quartieri di Tokyo. Dopo una mattinata a rallentatore, abbiamo preso la Tobu-Tojo line e siamo arrivati a destinazione nel giro di mezz’ora. Appena fuori dalla stazione di Kawagoe si estende un lungo viale di negozi e ristorantini, meta turistica e sicuramente posto ideale per noi visto che ormai era ora di pranzo. Scegliamo un locale la cui porta è un’enorme botte di legno, circondata da lanterne (che anche di giorno fanno la loro figura). Ci ispira il menu del giorno a base di sashimi così, finalmente, anch’io lo provo (oltre all’esperienza del pesce palla ovviamente, Lorenzo ha inoltre avuto qualche occasione lavorativa per fare un primo assaggio). Nonostante l’attesa – temevamo di essere stati “ghostati”, ossia considerati trasparenti e lasciati nell’oblio di essere stranieri in un paese che non ama gli stranieri – una volta arrivato il nostro vassoio carico di pietanze ci siamo proprio sentiti soddisfatti.
Kawagoe è considerata la piccola Edo poiché preserva ancora molti edifici in legno tipici dell’era Edo, anche se gran parte di questi non sono originali ma ricostruiti a seguito dei numerosi incendi. Il simbolo di Kawagoe è Toki no kane, la torre di legno (vedi immagine di copertina), con la sua campana originale che batte ancora le ore. Gli altri edifici ospitano negozi di artigianato locale e botteghe di dolciumi, che riscuotono un discreto successo. Le chips di patate dolci in particolare devono essere parecchio rinomate: passando davanti al banchetto abbiamo notato che c’era un po’ di coda, ma solo proseguendo abbiamo visto che la fila continuava dietro l’angolo della casa e giù quasi per tutta la via laterale, incredibile! Prima di rientrare abbiamo visitato il parco con i templi, bella l’atmosfera ma cominciava ad essere davvero freddo quindi una volta rientrati a casa ci siamo fatti una buona cioccolata calda in compagnia della nostra amica J, che si è fermata anche per cena e a fare qualche gioco da tavolo.
Domenica giornata di nullafacenza completa: la mattina è volata senza neanche capire come e a pranzo ci siamo cimentati nella cucina giapponese preparandoci i maki – troppo facile quando si ha una cuoci-riso. Pomeriggio abbiamo fatto due passi per Wako e scoperto un bellissimo tempietto nascosto fra le case. Un bel momento di riflessione.
L’inizio della settimana è stato tutto dedicato alla preparazione lavorativa e logistica per il viaggio a Kyoto. Solo stasera ci siamo rilassati un po’ uscendo a cena con J. e Y., che ci hanno portato a mangiare il famoso Shabu shabu: una grande padella con due tipi di brodo diversi in mezzo al tavolo, una serie di ingredienti scelti da noi fra carne verdure e altri prodotti locali e due salse in cui intingere gli ingredienti dopo averli cotti nel brodo, una di sesamo e l’altra di soia al limone. Il tutto, rigorosamente, da fare con le bacchette. Nonostante le difficoltà iniziali, soprattutto mie, è stato divertentissimo e molto gustoso, una serata da ricordare!
Le valigie sono pronte e la sveglia per domani è impostata ad un orario mai visto prima da quando siamo in Giappone. Ora a letto, con in mente il profilo del Fuji-san alla luce del tramonto. E’ lontano, ma è un’emozione sapere di poterlo vedere da qui.
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- Categoria: Diario di viaggio