28 12 2018

IMG_6095 (1)

È arrivato il Natale anche a Tokyo, seppure senza neve. Per sentirci comunque un po’ in Italia, dopo esserci alzati tardi e aver fatto colazione, cominciamo subito a fare il ragù 😀

Ma che Natale è senza famiglia! Visto che siamo troppo lontani per tornare, invitiamo Y. e J., che al momento sono la nostra “famiglia” giapponese. Nonostante l’invito last minute, entrambi hanno accettato di buon grado e si sono uniti ai banchetti: Brindisi con sake frizzante preso alla brewery di Nara, spaghetti al ragù, filetto di manzo con patate e piselli e infine roll di pan di spagna con panna e frutta (niente panettone qui, né pandoro). I nostri ospiti erano un sacco curiosi delle nostre abitudini e dei nostri “rituali” natalizi, è stato un pranzo molto divertente. Il resto della giornata è stato di relax per me e di lavoro per Lorenzo, visto che il suo capo è arrivato inaspettatamente in laboratorio chiedendo di lui. Pazienza, la parte importante l’abbiamo vissuta appieno.

A Santo Stefano abbiamo assistito al mochi-tsuki organizzato dal laboratorio. Si tratta di un rito tradizionale giapponese per il nuovo anno, in cui viene fatta la pasta di riso con il metodo “ di una volta”. Funziona così: si butta il riso già cotto e fumante in un largo tronco di legno incavato a scodella, il riso viene pressato da due persone con dei martelli di legno di circa 8kg e poi battuto da una mentre un’altra gira la pasta, il tutto a ritmo impeccabile (e a rischio decapitazione, oserei aggiungere). L’impasto viene poi riversato in una macchina che produce delle palline di pasta di riso che vengono condite con salsa ai fagioli dolci e/o salsa al caramello salato (o forse era salsa di soia? Boh non abbiamo capito), da mangiare al momento. Oltre al rituale, la festa prevedeva zuppe, maki, ravioloni di carne e tante altre cose da mangiare, nonché da bere. Abbiamo scambiato qualche parola qua e là ma non è stato molto facile inserirsi, anche perché purtroppo nessun altro del gruppo di Lorenzo è riuscito a partecipare.

Il 27 dicembre, giornata regolare per Lorenzo al lavoro, giornata di grosse conquiste per me. Sono tornata al caffè linguistico per mettere in pratica i miei progressi, seppur piccolissimi. Stavolta il gruppo era molto affiatato e ho fatto amicizia con una signora molto carina e gentile, che mi ha regalato un dipinto fatto dalla sua mamma e una ragazza simpaticissima, M., che si è offerta di portarmi in giro per Tokyo e aiutarmi con il giapponese. Vi chiederete come mai una signora giapponese giri con i dipinti di sua mamma in borsa. Vi basti sapere che aveva anche 10 mappe della metro, che non si sa mai, una mappa del Giappone con tutti i migliori itinerari on the road, e una mappa del medio Oriente con i nomi scritti in arabo. Non ho fatto domande, a questo punto.

La sera stessa, M. mi ha proposto di fare la nostra prima uscita di studio/visita, così oggi ci siamo incontrate alla statua delle civette di Ikebukuro e siamo andate assieme nello storico quartiere di  Asakusa. Mi ha portato a pranzo in un posto poco turistico (per fortuna) ad assaggiare il  monjaiyaki (assomiglia all’okonomiyaki che abbiamo mangiato a Kyoto), piatto tipico della zona. Come già detto nei post precedenti, la piastra è un ottimo modo per cucinare e mangiare in modo conviviale avendo anche il tempo di parlare con le persone che hai di fronte.

Pranzo delizioso ma “hurry up!”, abbiamo appuntamento per fare la prova del kimono! Non pensavo sinceramente che l’avrei mai fatto, ma vista la proposta della mia ospite e il coraggio che mi ha dato Lorenzo mi sono buttata e devo dire che ne è valsa la pena, è stato molto emozionante! Purtroppo non ho potuto fare video della vestizione (non erano permessi foto e video) ma M. Mi ha fatto praticamente un set fotografico all’aperto 🙂 pensavo di andare peggio con gli zoccoli e i calzini con il pollice separato (che, tra l’altro, mi hanno lasciato come souvenir) ma alla fine non ho avuto né male né freddo. Sarà perché bisogna fare un sacco micro passi per avanzare di qualche metro, e ci si scalda in fretta! Bello ed estremamente divertente, forse un po’ strano perché non si vedono tanti occidentali indossare il kimono, ma con tutta la gente che c’era al Senso-ji (uno dei templi più importanti di Tokyo, sicuramente il più gettonato per le preghiere del primo dell’anno) era facile mimetizzarsi nonostante i colori sfavillanti.

Al tempio, abbiamo preso i biglietti della fortuna è naturalmente io ho preso quello peggiore di tutti. Ma meglio non demoralizzarsi: basta annodarlo al tempio ed essere un buddista migliore, questo dicono le istruzioni! Poco male. Per concludere in bellezza questa prima gita con guida, aperitivo con vista mozzafiato alla Tokyo sky tree, con tramonto vista Fuji-san. Sicuramente dovrò portarci il tato. Spero di ricordarmi almeno metà delle parole che mi ha insegnato M. Oggi!

Adesso torno a casa, viene J. a cena per prepararci al nostro viaggetto per l’ultimo dell’anno. partiamo domani mattina e dobbiamo ancora preparare la valigia, ma ormai siamo esperti.

Avrete nuove notizie da parte nostra nel nuovo anno ormai, quindi vi auguriamo di concludere in bellezza il 2018 e di iniziare ancora meglio il 2019!

 

Se volete seguire le nostre avventure, aggiungetevi all’album di google foto tramite il seguente link:

Sara e Lorenzo in Giappone

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *