9 1 2019

Non c’è niente di più bello che capitare nel posto giusto al momento giusto. Il Meiji-jingu era da un po’ sulla nostra lista e vista la giornata limpida valeva la pena addentrarsi nell’oasi verde che lo circonda. Il santuario scintoista Meiji è uno dei più importanti in città, secondo solo al Senso-ji di Asakusa per quanto riguarda la tadizionale Hatsu-mode, ossia la visita al tempio del primo dell’anno. Nota importante per i lettori, che avevo dimenticato di menzionare nella’rticolo opportuno: siamo ufficialmente nell’anno del cinghiale.

Al santuario si celebrano numerose festività durante tutto l’anno e la settimana prossima sarà affollatissimo per il Seijin-no-hi – giorno degli adulti – in cui i ragazzi di vent’anni celebrano l’ingresso nell’età adulta e vanno al santuario per chiedere la benedizione agli dei, spesso indossando il kimono.

Ieri al santuario c’era una discreta folla alle due del pomeriggio, e il cortile interno di fronte all’Honden era “transennato” (alla giapponese, quindi con un i paletti con le corde di tessuto che si vedono nei cinema, non con le barriere di metallo a cui siamo abituati noi) e la security stava predisponendo l’area per un qualche evento. Decido di prendere posizione e aspettare, cercando di capire cosa sarebbe accaduto di lì a poco. L’unica cosa che ho capito con anticipo dal leggerissimo brusio dei presenti è che tutto sarebbe iniziato alle tre, meglio armarsi di pazienza. Mentre cercavo informazioni su internet, una squadra “della scientifica” ha cominciato a pulire meticolosamente il corridoio centrale lasciato libero, spazzando e lucidando ogni centimetro quadrato. Arrivano in massa fotografi e troupe televisive, che vengono schierati con ordine e in totale silenzio nella postazione a loro designata. Come sempre, qui, ognuno ha un posto predefinito, un ruolo predefinito e delle regole predefinite, non si sgarra.

Cerca, cerca, trovato – google sa sempre tutto per fortuna: sto per assistere al Dezuiri.
Il Dezuiri è la cerimonia di ingresso al ring dello Yokozuna, ossia il massimo campione di sumo in carica. Per essere yokozuna non basta aver vinto un certo numero di tornei o  aver ottenuto un certo punteggio, bisogna anche possedere le qualità morali necessarie. Non per niente lo yokozuna è considerato una semi-divinità scintoista e al suo ritiro verrà pagato per questo (mmm.. boh.). Al contrario di quanto si potrebbe pensare, i lottatori di sumo non sono tutti giapponesi, anzi, il campione in carica che ricopre attualmente il ruolo di Yokozuna è di origine mongola.
Durante il Dezuiri, lo Yokozuna viene purificato da un prete scintoista e successivamente si esibisce in un antico rituale per celebrare il nuovo anno e per purificare il ring (dohyo) nel giorno di apertura del torneo, assieme ad altri due lottatori. I tornei di sumo si tengono solo a mesi alterni, dunque gennaio, marzo, maggio, etc., questi colossi hanno tempi di ripresa piuttosto elevati.

La performance dura poco più di un minuto per ognuno dei tre campioni. Lo spettacolo è impressionante: omoni giganti che si muovono lentamente con mosse da ballerina. Ad un certo punto si sbilanciano, alzano una gamba e poi giù, con il piede forte a terra, e tutti intorno: “wooohh”, “neeeee”, “oishiiii!” (non so perché quest’ultima espressione, visto che solitamente si una per indicare un cibo particolarmente buono. Ancora una volta, non facciamoci troppe domande). Mai vista una cosa del genere.

Per chi fosse interessato al sumo o a come si svolgono gli incontri sul ring, questo è un bel video con i momenti salienti di un match fra campioni: buona visione!

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