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Sara Pisoni il 01/14/2019
Oggi è il Seijin-no-hi, letteralmente “giorno di arrivo dell’età”, e in Giappone è festa nazionale e. Oggi i ragazzi che nel 2019 compiranno 20 anni entrano ufficialmente nell’età adulta e da questo momento possono bere, fumare, scommettere, frequentare locali per adulti e guidare. Fino al 2015 anche il diritto di voto veniva conquistato in questo giorno importante (attualmente si può votare a 18 anni). Questa festività è dedicata a loro.
Ma come si celebra l’avvento dell’età adulta? In ogni municipalità, alle 11.30 del mattino del secondo lunedì di gennaio, avviene una cerimonia che vede come protagonisti i ragazzi – neo ventenni – che ricevono le congratulazioni dal sindaco in persona per il passo importante che questo giorno rappresenta. Il sindaco ricorda loro il significato del passaggio che stanno compiendo, elencando tutti i diritti e doveri acquisiti attraverso la cerimonia.
Le ragazze, truccatissime e con le acconciature fresche di parrucchiere, vestono il tradizionale kimono, mentre la maggior parte dei ragazzi preferisce il completo da business-man al più tradizionale abito da cerimonia. Al giorno d’oggi, sono rari i giovani che possiedono un kimono proprio o che hanno la possibilità di farsene prestare uno dai propri familiari, e quasi tutti si rivolgono ai negozi di noleggio. Leggendo qua e là, sembra che alcune ragazze arrivino a spendere fino a 1 milione di yen (circa 7.500€) per apparire nel kimono perfetto in questa giornata così importante! D’altronde, oltre ai familiari, tutta la comunità può partecipare alla celebrazione, ma soprattutto un sacco di fotografi professionisti ingaggiati dalle famiglie e, nelle municipalità più rinomate, anche numerose emittenti televisive che trasmettono la cerimonia live sui principali media nazionali. La cerimonia talvolta viene terminata con uno spettacolo di suonatori di taiko, i tamburi tradizionali giapponesi e in seguito i “nuovi adulti” proseguono i festeggiamenti passando in rassegna tutti gli eccessi a cui da questo momento hanno libero accesso.
Per questa celebrazione la città si ferma: intere aree vengono bloccate al traffico e diventano zone pedonali con musica, performance di artisti di strada e manifestazioni di ogni tipo. Noi siamo stati a Shibuya, uno dei quartieri più indicati per seguire l’evento, ma non abbiamo visto niente – o per lo meno niente che ci saremmo invece aspettati per quanto riguarda il seijin-no-hi. Suppongo che abbiamo esaurito la nostra fortuna con il Dezuiri della settimana scorsa – poco male visto che di giovani in kimono se ne vendono comunque anche la domenica (specialmente andando al tempio).
Solo una parentesi sull’estetica prima di chiudere, visto che poco sopra ho accennato all’attenzione che porgono le ragazze per apparire al meglio nel giorno del seijin-no-hi. L’estetica in Giappone è un fattore molto importante e vengono consumati sia da uomini che donne litri e litri di creme e prodotti per la pelle in generale per sembrare sempre giovani e belli, per quanto possibile.
A questo proposito, abbiamo scoperto che la famosa “mascherina” a volte viene utilizzata per coprire i volti ancora struccati, e non solo per evitare i contagi dei mali di stagione. Capita molto frequentemente di vedere ragazze e donne che, sedute sulla metro, tolgono la mascherina, sfoderano il loro arsenale da make up e cominciano a truccarsi in maniera quasi professionale senza sbagliare un colpo, nonostante il movimento dei vagoni. Oppure che si fanno la pulizia del viso usando dei foglietti “anti unto” in formato tascabile (la mia amica M. me ne ha regalato un pacchetto da testare, è rimasta scioccata dal fatto che non siano parte integrante del kit che ogni donna porta in borsa – o, sicuramente, non del mio). Evidentemente, anche se qui non ti guarda nessuno, l’importante è apparire impeccabili.
P.S. Se qualcuno di voi si fosse domandato che fine ha fatto la signora che abbiamo incontrato sul treno per Kamakura a inizio dicembre e, soprattutto, che fine ha fatto il suo invito a cena, ecco com’è andata: l’abbiamo incontrata sabato scorso alla stazione di Kawaguchi (non chiedeteci come abbiamo fatto a riconoscerla fra milioni di nonnine giapponesi presenti alla stazione quella sera) e ci ha portati a mangiare in un ristorante cinese non molto lontano ma molto rinomato in zona. Naturalmente noi ci aspettavamo un invito a casa ma non potevamo pretendere troppo, soprattutto adesso che cominciamo a capire come funzionano le cose. In compenso, ci ha chiesto di partecipare alla lezione di inglese che avrebbe tenuto (come volontaria, essendo un’insegnante ormai in pensione) quella sera stessa per i ragazzi del quartiere che hanno in programma uno scambio interculturale in un paese di lingua inglese. L’esperienza è stata molto interessante e anche divertente, i ragazzi si sono messi alla prova e ci hanno fatto moltissime domande curiose e anche noi, con la scusa di allenare la lingua, siamo riusciti a farci un’idea più precisa dei giovani giapponesi. Sembra che le nuove generazioni non siano tanto diverse dalle omologhe europee, e questo ci stupisce dal momento che dal punto di vista della società le differenze sono molte. Chissà a che punto della crescita avviene il cambiamento. Sarà il seijin-no-hi?
- Categoria: Diario di viaggio