11 2 19
Sara Pisoni il 03/04/2019
Chiunque sia stato in Giappone o stia organizzando un viaggio in Giappone ha sicuramente sentito parlare di Narita, il principale aeroporto per voli nazionali e internazionali di Tokyo. Sebbene gran parte delle persone partano o arrivino a Narita, sono in pochi quelli che si fermano a scoprire la cittadina che ospita questo importante scalo e, credetemi, è un vero peccato.
Oltre alle caratteristiche viuzze del centro città in cui si susseguono edifici in stile ryokan con ristoranti di anguilla e numerosi laboratori artigianali che producono dolci di riso e di castagne, una gita in giornata dalla capitale vale solo per passeggiare nell’enorme parco dei templi.
Si valica il portone con l’antica lanterna rossa e si incontra il primo e più importante tempio del complesso religioso, il Shinshi-ji, affiancato dalla sua pagoda rossa a tre piani.
Dietro al tempio, incastonate nella roccia, ci sono decine di statue bronzee del Budda, che fanno la guardia a questo luogo sacro e accompagnano i visitatori al sentiero che porta all’interno del parco, fra alberi sempreverdi, e circa 500 pruni bianchi e rosa, che in questo periodo dell’anno cominciano la loro fioritura.
Il parco Narita-san è situato su una collina e prosegue lungo le pendici fino agli stagni a valle, risalendo poi per un secondo promontorio dove sono situati altri santuari e templi.
Come sempre nei luoghi di culto in Giappone, c’è pace e serenità e, nonostante ci siano veramente molti visitatori (è domenica), il silenzio è rotto solo dal suono della campana della preghiera e dagli uccellini che sentono la primavera. L’atmosfera si fa catartica soprattutto nei pressi dello stagno più grande, passeggiando lungo la riva fra ponticelli e lanterne di pietra giganti e uno splendido gazebo di legno circondato dall’acqua. Naturalmente non possono mancare le carpe Koi, bianche e rosse, grandissime, sempre in cerca di qualche cosa da sgranocchiare.
Risalendo una scalinata di pietra si raggiunge la seconda area di templi, in cui fraternamente i giapponesi condividono lo spazio e le preghiere fra buddisti e scintoisti. Questo è un ottimo esempio di integrazione, rispetto e accettazione religiosa. A volte, gli stessi giapponesi non sanno se definirsi scintoisti o buddisti, rivolgendosi indifferentemente alle une e alle altre divinità, per questo nella maggior parte dei casi i luoghi sacri ospitano templi o santuari di entrambe le fedi.
E’ emozionante visitare questi luoghi allo sbocciare delle prime gemme, quando tutto si tinge di un colore nuovo. Si intravede la primavera, si comincia a sentire aria di cambiamento. Tutto ha il profumo di un nuovo inizio, anche per noi.