Canada Occidentale
Sara Pisoni il 10/04/2018
13 giorni on the road – dalle Rocky Mountains alla Vancouver Island, fra pancakes con sciroppo d’acero a colazione e campeggi ad alta quota
Itinerario – Agosto 2018
Giorno 1 – Vancouver
Arrivo all’aeroporto/alla stazione nel primo pomeriggio. Sì, ognuno è arrivato per la sua strada con la speranza di incontrare l’altro entro ora di cena in Hotel. Nel giro di qualche ora ci siamo trovati, felicemente, e siamo ripartiti subito ad accaparrarci il posto in spiaggia sulla English Bay per assistere alla celebration of lights. L’evento è uno dei più importanti della città e nonostante la stanchezza del viaggio ne vogliamo approfittare. Troviamo da mangiare dell’ottimo cibo di strada vietnamita in uno degli n-foodtrucks che riempiono il lungo oceano e ci godiamo lo show nel piccolo fazzoletto di sabbia che abbiamo conquistato in una spiaggia gremita di gente. Spettacolo mozzafiato, valeva le quasi 24 ore senza sonno (vedi video del gran finale!).
Giorno 2 – Vancouver
In tandem si fa prima e si fatica la metà: pedalando abbiamo fatto il giro di tutta la città cercando di convivere con la folla del gay pride e del comicon, naturalmente in contemporanea. Itinerario: Stanley Park – Granville Island – TELUS World of Science – Chinatown – Gastown (con immancabile tappa al Vancouver steam clock) – Waterfront e rientro.
Giorno 3 – da Vancouver a Canyon Hot Springs
Otto ore di guida fino al Glacier National Park, la porta occidentale alle Rocky Mountains. Primo campeggio canadese, rigorosamente in tenda.
Giorno 4 – da Canyon Hot Springs a Mosquito Creek
Partenza per il Lake Louise. In Agosto il Canada è preso d’assalto dai turisti, per cui ci inventiamo un’alternativa meno battuta rispetto al gettonatissimo giro del lago. Scalata alla Lake Agnes Tea House, con bellissime vedute sul Lake Louise e sulle montagne circostanti, e un simpatico incontro con un chipmunk. Nientre orso stavolta, siamo solo all’inizio. Ci rimettiamo in marcia per la Icefield Parkway, direzione Mosquito Creek Campground. Nonostante il nome non prometta bene, l’altitudine di quasi 2000m scoraggia le zanzare e il panorama che ci si apre davanti è veramente strepitoso (vedi immagine di copertina dell’articolo – scattata all’alba). Siamo salvi, ma ci risvegliamo col naso congelato.
Giorno 5 – da Mosquito Creek a Jasper
Risalire la strada dei parchi nelle Rocky Mountains è un’esperienza da fare, anche per chi in montagna c’è nato. A tratti, i paesaggi possono ricordare le Alpi, ma è tutto più grande! Dopo svariate fermate on the road (troppi i punti di interesse per elencarli tutti, tanto ci si passa, ma notevole la lingua di ghiacciaio Athabasca) piantiamo la tenda all’Overflow Camping di Jasper e ci dirigiamo verso il Maligne Lake, suggeritoci la prima notte da un compagno campeggiatore. Il migliore consiglio di questo viaggio: il lago si trova nell’omonima valle ed è contornato da cime molto suggestive. Dal lago proseguiamo per un’escursione al piccolo laghetto delle alci, nella speranza di osservare qualche esemplare con binocolo. Noi con la fauna locale non siamo molto fortunati: ci ripaghiamo con un bagno rigenerante nelle acque cristalline del lago “maligno” e una buona cena a base di alce (in qualche modo dovevamo pur incontrarne uno).
Giorno 6 – da Jasper a Merritt
Fra il crepuscolo della sera prima e le prime luci del mattino siamo finalmente riusciti a fare seriamente wildlife spotting: wapiti ovunque! Le dimensioni di questi cervi americani sono veramente impressionanti, il cervo europeo a confronto potrebbe essere un wapiti bonsai. E’ l’ultimo giorno nelle Rockies canadesi: concludiamo in bellezza con una gita alla Athabasca Fall, la più imponente cascata del Parco Nazionale di Jasper. Ci rimettiamo poi al volante in direzione Merritt, per l’esattezza verso il Desert Inn Hotel di Merritt. L’hotel rispecchia le nostre aspettative: non c’è proprio nessuno. Sconsolati per l’alloggio, che comunque dopo giorni e giorni di campeggio aveva l’aspetto di una suite per il solo fatto di avere un bagno in camera, cerchiamo un posto dove cenare in questa città fantasma. Fortunatamente siamo capitati nell’unico pub della città proprio il chicken-wings-tuesday: 20 gusti di alette di pollo fra cui scegliere, a 1 dollaro l’una. Mangiata memorabile.
Giorno 7 – da Merritt a Squamish
Poco da dire su questa gioranta trascorsa in auto, i paesaggi continuano ad assere affascinanti ma le distanze si fanno veramente sentire. Solo una considerazione: ci eravamo preparati ad affrontare il Canada, le sue altitudini e il clima del nord, con abiti adeguati alla stagione estiva di montagna, ma nessuno ci aveva avvertito che avremmo passato parecchi giorni con temperature diurne superiori ai 40°C (true story). Ma noi siamo in vacanza, ce ne importa relativamente, peccato però che il numero di incendi in tutta la British Columbia sia ogni giorno crescente, sentiamo addirittura che oggi è stata superata la quota 300. Un vero disastro per per un paese sconfinato, fatto di boschi sconfinati.
Giorno 8 – Sea to Sky Gondola
Per raggiungere Squamish abbiamo percorso la Sea to Sky Highway, autostrada panoramica che collega Vancouver all’estremità settentrionale della baia di Howe. Sqaumish, il cui nome deriva dall’omonimo popolo indigeno che abitava l’area intorno alla cittadina, è stata costruita come capolinea di una ferrovia e per la sua posizione strategica per il trasporto marittimo. Per queste sue origini non offre grandi attrattive dal punto di vista culturale. Uno dei punti di interesse della zona è la Sea to Sky Gondola, un punto panoramico mozzafiato sulla baia e le isole dell’Howe Sound. Per salirci c’è una comodissima cabinovia che in poco più di dieci minuti ti porta letteralmente dal mare al cielo, per un prezzo decisamente poco economico. Qui inizia la nostra avventura: “Questo biglietto è troppo costoso! Non c’è un modo per salire a piedi? Insomma, veniamo dalle Alpi, prendiamo il sentiero!”. Dopo 4 ore di salita taglia gambe, 7,5 km di strada per 1000m di dislivello, abbiamo capito perché quel biglietto, in fondo, non era poi così costoso. Una gran faticata, ma ne valeva la pena! Ripensandoci dal divano, abbiamo comunque fatto bene a salire a piedi: siamo stati ripagati da meravigliosi scorci sul mare, passaggi divertenti nel bosco fra rocce e radici, incontri con i runner che ci superavano senza fatica, e infine abbiamo conquistato la cima. Camminare su un ponte sospeso ammirando il “fiordo pacifico” e sorseggiare una bottiglia di freschissimo thé alla pesca hanno aggiunto soddisfazione alla già mirabolante impresa della giornata.
Giorno 9 – da Squamish alla Vancouver Island
Partenza in direzione Horsehoe bay (terminal del traghetto per la Vancouver Island), oggi il meteo non è granché ma vogliamo comunque approfittare del tempo a disposizione per fare qualche visita prima di imbarcarci. La prima tappa è la cascata di Squamish, appena sopra il nostro campeggio, da cui abbiamo proseguito verso l’Alice Lake Provincial Park per una passeggiata nel bosco. Ancora niente orsi. La seconda tappa è il museo della miniera Britannia, con visita guidata in trenino alla miniera e successiva visita allo stabilimento e al museo (ottima alternativa, quando piove). Verso sera ci imbarchiamo per Nanaimo, il cielo è plumbeo ma ha comunque un certo fascino inoltrandoci tra le isole. Attracchiamo un paio d’ore dopo e guidiamo fino all’unica camera (sufficientemente economica) disponibile sull’isola, a Port Alberni.
Giorno 10 – Tofino e il kayak
Tofino, una delle mete più gettonate dagli amanti degli sport acquatici. Due obiettivi per la giornata:
1. Trovare un campeggio da favola (fatto) e comprare tutto il necessario per il primo fuoco (che fin’ora non abbiamo potuto fare a causa del fire-ban in vigore).
2. Gita in kayak, senza backflip. Per il kayak ci siamo affidati alla Black Bear Kayaking, uscita di quasi tre ore pagaiando fra le isole della laguna interna di Tofino con vista su uno dei pochi villaggi abitati esclusivamente da First Nations. Abbiamo visto stelle marine di ogni dimensione, una medusa testa di leone gigante, mamma aquila e aquilotto durante una lezione di volo e una foca che ci stava seguendo incuriosita. Niente orche, niente orsi, tanto per cambiare, però non ci siamo rovesciati (a parte il nostro compagno di avventura Rick. “Where are you, Rick?”). Esperienza davvero divertente anche se piuttosto faticosa. La sera ci siamo premiati con un bel fuoco e una cenetta al bbq.
Giorno 11 – Vancouver Island
Prima giornata di relax. La mattina escursione lungo il Rainforest Trail, bellissima passerella che si addentra nella selvaggia foresta temperata del Parco Nazionale Pacific Rim. Finalmente vediamo i famosi aceri giganti canadesi! Pomeriggio di relax in spiaggia e a cena di nuovo bbq. Per concludere in bellezza serata in spiaggia, con fuochi qua e là in lontananza: che bello guardare le stelle sulla costa del Pacifico!
Giorno 12 – Rientro a Vancouver
Giornata di transito. Partiamo dal nostro bel campeggio nei pressi di Ucluelet per imbarcarci nuovamente verso il continente. Sebbene la parola isola faccia solitamente pensare a un piccolo pezzo di terra, la Vancouver Island è piuttosto grande e per attraversarla in larghezza ci vogliono più di quattro ore di auto, quindi ci mettiamo comodi e ci godiamo il panorama. Il tempo è migliore rispetto all’andata e riusciamo persino a goderci un po’ di panorama stando all’aperto sul traghetto. Arriviamo nei pressi di Vancouver nell’ora di punta e impieghiamo praticamente tutta la giornata a raggiungere la camera per la notte, in una zona della città che ancora non avevamo visto. Ci accontentiamo di uscire per la cena e scegliamo un ristorante tipico giapponese: ognuno si cucina le sue cose nel brodo, bizzarro, ma alla fine abbiamo apprezzato.
Giorno 13 – Vancouver
Ultimo giorno di vacanza dedicato allo shopping da souvenir e all’andare a zonzo per i quartieri più “in” della città. L’indomani mattina presto abbiamo il volo che ci riporta in Italia: ci godiamo le ultime vedute di Vancouver, pensando già a cosa ci aspetterà nella prossima partenza.